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LU.ME in persona. Intervista a Andrea Dell’Agnello di Fapim.

Da quanti anni fai questo lavoro?

Da sempre, 13 anni ormai, subito dopo l’Università sono entrato in Azienda. Anzi, ho cominciato addirittura prima di laurearmi e una volta laureato sono entrato qui a tempo pieno.

Credi di esserci portato o avresti voluto fare altro?

In realtà mi sono laureao in Scienze politiche. Pensavo che avrei fatto qualcosa con popoli e paesi in difficoltà. Ma diciamo che comunque pensavo di lavorare con l’estero, se la guardiamo così, in qualche modo non sono andato tanto distante.
Ci sono lati del tuo carattere che credi ti aiutino nel tuo lavoro e altri invece credi ti ostacolino?

Non saprei. Credo di esserci portato perchè ho un carattere aperto. E sono un entusiasta di natura. Questo fa già gran parte di un lavoro come il mio dove sei a contatto con tanta gente di culture e lingue diverse.
Ci sono aneddoti legati al tuo lavoro, ai colleghi, ai clienti, a qualche commessa o consegna che vorresti raccontare?

Ricordo la mia prima esperienza in Iran. Quanto di più distante ci sia dal nostro modo di pensare. E un nostro agente laggiù mi dice una sera che mi vuole portare in collina a mangiare e me lo dice come se fosse un’esperienza mistica, da fare. Molto felice mi sono trovato sul luogo dell’appuntamento all’ora stabilita. Mi dice che dobbiamo camminare un decina di minuti e così facciamo. Peccato che erano 45 minuti su per una salita allucinante. E una volta arrivati abbiamo mangiato niente di così indimenticabile. Anzi. Ma è tutta esperienza. Invece l’indomani, il presidente di un’azienda, cioè il grande capo, si è offerto di andarmi a prendere un panino per pranzo. Si è fatto un’ora di coda, un’ora non per dire, ma un’ora vera, in fila per prendermi un panino con della carne alla griglia e con il fumo della suddetta griglia che per tutta l’ora gli è soffiato sulla faccia. Grande dimostrazione di accoglienza, un benvenuto in Iran che non dimeticherò mai.
Quanto conta il lato umano nel lavoro per te? E per l’azienda?

Il lato umano è fondamentale perchè il cliente cerca in te una relazione, c’è la necessità di creare un rapporto con le persone con le quali tratti. E uno degli insegnamenti che anche in Fapim mi hanno dato è quello di mantenere sempre il sorriso con chi ti sta di fronte.
Quanto incide sul tuo rapporto familiare il lavoro che fai? Orari, stress, impegno ecc…

Incide certamente. Ha inciso in primis in maniera positiva perchè mi ha permesso di avere una famiglia, una casa, l’indipendenza. Poi per il resto riesco a gestirmi abbastanza bene anche se viaggio spesso. Mi pesa di più la distanza che c’è tra Livorno e Altopascio tutti i giorni che non quella tra l’Italia e uno dei Paesi stranieri che visito spesso.
Conosci il progetto LU.ME.? Cosa ne pensi?

Lo conosco sì, e lo trovo un progetto molto interessante per l’Azienda e per il territorio. Mi è capitato di avere degli apprezzamenti da parte delle persone, anche quelle che non sono del settore, proprio perchè per il territorio è importante sapere che ci sono iniziative di questo genere. E fa bene anche a chi lavora in Azienda sapere che il datore di lavoro si impegna per fare qualcosa di concreto.
Se ti chiedessero di definirti con una parola, una frase, un modo di dire, un proverbio cosa diresti?

Non saprei. Certo l’entusiasmo come ho detto prima. Questo poi è un momento particolare per l’Azienda e tutti stanno dando il massimo. Non ne parlo troppo perchè sennò mi commuovo.