05 Ott LU.ME. in persona. Intervista a Giovanni Gambini
Quando è cominciata l’avventura LU.ME. si sarebbe mai immaginato di arrivare a festeggiare i 5 anni?
Francamente sì, fin dall’inizio ho creduto in questa avventura e sono sempre stato fiducioso sulla possibilità di raggiungere quegli obiettivi che ci eravamo posti. 5 anni sono passati, a dire il vero molto velocemente, ed il fatto che si stiano continuando a pianificare attività future la dice lunga sulla qualità del progetto LU.ME. C’è ancora molto che possiamo e vogliamo fare.
Quanta soddisfazione c’è nel vedere che un progetto come questo continua a ottenere il consenso di tante aziende anche concorrenti fra loro?
Tantissima soddisfazione. Questa fu la prima scommessa fatta da quel gruppo di imprenditori di cui anche io facevo parte e che 5 anni fa decisero di dare vita al progetto
LU.ME. Una scommessa certamente vinta e di cui siamo tutti molto orgogliosi. Credo infatti che uno degli aspetti più innovativi di questo Progetto sia stato proprio quello di unire gli sforzi compiuti dalle singole aziende anche tra loro concorrenti, per massimizzarne il risultato sul territorio. Insomma, ciò che per logiche di mercato è diviso, LU.ME. ha unito.
C’è un aspetto che le sta particolarmente a cuore di quelli che LU.ME. porta avanti?
Le attività a supporto degli istituti scolastici per la formazione dei giovani. Ritengo che l’impegno ed il contributo delle aziende, canalizzato attraverso una struttura di indirizzo come il LU.ME. sia di fondamentale importanza per avvicinare questi due mondi, scuola – lavoro, spesso troppo distanti. Gli studenti di oggi saranno i lavoratori di domani; è quindi nostro dovere investire nella loro crescita culturale e formativa. Con questo non intendo certo trascurare altre attività che LU.ME. continua a portare avanti con successo; ad esempio la Card Più Famiglia, assolutamente gratuita e attraverso la quale i nostri dipendenti e le loro famiglie ottengono sconti su acquisti fatti presso tutte le strutture convenzionate sparse sul territorio.
Nella sua esperienza professionale prima di LU.ME. ha mai avuto modo di confrontarsi con progetti analoghi?
Sinceramente no, non ho mai avuto notizie di Progetti simili né credo che ne esistano. Ritengo che LU.ME. sia davvero unica nel suo genere. A tale proposito è bene ricordare che nell’anno 2015 Federmeccanica ha riconosciuto ufficialmente il progetto LU.ME. come una “best practice” proprio a livello nazionale. Un riconoscimento che ci rende orgogliosi di quanto siamo stati in grado di creare e che ci spinge a continuare ad andare avanti per raggiungere sempre maggiori risultati.
C’è un aneddoto legato al progetto LU.ME. che ci vuole raccontare?
Ricordo con emozione la finale territoriale di Eureka Funziona! 2015 che si tenne a Lucca presso la Chiesa dei Servi. Centinaia di bambini chiamati a presentare i loro “progetti”. Vedere l’impegno, la voglia di fare e la passione che traspariva dai loro sguardi nell’esporre i progetti che avevano preparato mi indusse a chiedere ad uno di loro che cosa stesse facendo alla manifestazione. Questi senza indugiare mi rispose “LU.ME. mi ha invitato perché sono un inventore; qui siamo tutti inventori”. Ecco, il nome LU.ME. era arrivato fino a quel bambino
Quando è cominciata la sua avventura professionale avrebbe mai immaginato di arrivare a tagliare traguardi così importanti?
La società Gambini fu fondata dal mio bisnonno nel lontano 1870 e dopo di lui, di generazione in generazione, è passata a mio nonno, poi a mio padre ed infine a me. Posso quindi dire che sono vissuto in azienda praticamente da quanto sono nato. Certo non mi sarei mai immaginato che l’azienda riuscisse a raggiungere i livelli attuali, anche se fin dall’inizio ho sempre creduto nelle nostre potenzialità.
Quanto tempo dedica a sé stesso come persona e quanto a sé stesso come professionista?
Un’azienda delle dimensioni della Gambini, dove l’imprenditore è sempre in prima linea, chiede molta dedizione. Molto del mio tempo è quindi assorbito dal mio lavoro.
Tuttavia, la mia famiglia ricopre un ruolo centrale nella mia vita e cerco di dedicarle ogni attimo libero dagli impegni lavorativi.
Se le dico “futuro” cosa le viene in mente?
Penso ai giovani di oggi che saranno i lavoratori, i professionisti, gli imprenditori di domani e che saranno chiamati a determinare il nostro futuro. Penso che tutti noi abbiamo il dovere di investire sulla loro crescita culturale e sulla formazione per continuare a far crescere le nostre aziende e più in generale, il nostro paese. Ottimista per natura, pur riconoscendo che oggi stiamo vivendo un periodo molto complicato, resto convinto che continuando ad investire sul capitale umano, patrimonio inestimabile di ogni azienda, riusciremo a mantenere quel livello di eccellenza che i mercati mondiali da sempre riconoscono al Made in Italy ottenendo quelle positive ricadute sul territorio che tutti auspichiamo.
Cosa augura ai giovani che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro?
Gli auguro di credere nella possibilità di realizzare i loro sogni, di essere motivati e di non arrendersi di fronte a quelle difficoltà che inevitabilmente si presenteranno loro davanti. Gli auguro di riuscire ad utilizzare al meglio tutti quei percorsi formativi che scuola, università ed aziende saranno state in grado di mettere a loro disposizione, oltre ad aprirsi verso esperienze al di fuori dei confini nazionali. In un mondo del lavoro sempre più globalizzato infatti, oltre alla conoscenza delle lingue straniere, percorsi formativi internazionali saranno certamente in grado di consentire l’acquisizione di quella ”esperienza internazionale” che aiuterà il neo lavoratore nello sviluppo di un percorso professionale di soddisfazione. In ultimo auguro a molti di loro di intraprendere la carriera imprenditoriale, una strada certamente dalle molte difficoltà ma ricca di grandi soddisfazioni.