20 Gen LU.ME. in persona. Intervista a Marco Profeti di Sampi
Quando è cominciata l’avventura LU.ME. si sarebbe mai immaginato di arrivare a festeggiare i 6 anni?
Direi di sì. Ho sempre apprezzato il tessuto industriale Lucchese per la sua capacità d’innovazione. Aver capito l’importanza dell’attenzione verso il territorio e il valore degli investimenti culturali in capitale umano delle nuove generazioni, è quanto di più innovativo e al tempo stesso di competitivo che ci possa essere. Avere questa visione è garanzia di successo sostenibile e di lunga durata.
Quanta soddisfazione c’è nel vedere che un progetto come questo continua a ottenere il consenso di tante aziende anche concorrenti fra loro?
In questo caso, mi piace pensare al concetto di “concorrenza” come un gruppo di persone di aziende diverse che “concorrono” a creare del valore a beneficio dell’ambiente comune in cui vivono. Questo va al di là della soddisfazione.
C’è un aspetto che le sta particolarmente a cuore di quelli che LU.ME. porta avanti?
In particolare mi piace l’aspetto “circolare” di questa iniziativa; il territorio fornisce la materia più preziosa in termini di capitale umano alle aziende e quest’ultime rendono indietro una parte del loro valore attraverso iniziative di sostegno ai giovani e alle famiglie dei dipendenti.
Nella sua esperienza professionale prima di LU.ME. ha mai avuto modo di confrontarsi con progetti che si possono paragonare a LU.ME.?
No, non mi è capitato. E questo la dice lunga sulla sua caratteristica di unicità ed innovazione.
C’è un aneddoto legato al progetto LU.ME. che ci vuole raccontare?
Una delle iniziative che suscita maggiore interesse e curiosità in Azienda è “Eureka!Funziona!”. Prima che vengano consegnati nelle scuole, i kit con cui creare i giochi stimolano nei colleghi la creatività e la voglia di giocare ancora, con lo stesso entusiasmo dei piccoli inventori a cui sono destinati!
Quando è cominciata la sua avventura professionale avrebbe mai immaginato di ricoprire ruoli così importanti?
Non so se definirei il mio ruolo “così importante”. Ad ogni modo, in tutta sincerità, la risposta è sì. Pensavo di averne le capacità. Con il giusto impegno, qualche delusione, l’umiltà e il cambiamento e un po’ di fortuna si ottiene molto.
C’è un aneddoto che vuole raccontarci legato alla sua vita professionale?
Primo mese di lavoro. Fresco di laura, dietro una scrivania a fare tanti calcoli. Dopo un po’ di tempo il mio capo mi prende e mi porta a toccare con le mie mani una turbina, lunga come un vagone ferroviario che stava erogando una corrente elettrica sufficiente ad una città intera. Mi dice, “essere convinti che una cosa funzioni non è sufficiente, avere delle buone idee teoriche è importante, ma ancora più importante è validarle nel mondo reale”. In 10 secondi mi ha fatto vedere il ponte tra la scuola ed il lavoro.
Quanto tempo dedica a sé stesso come persona e quanto a sé stesso come professionista?
Non saprei dire con esattezza. In generale cerco di mantenere un mix lavoro-vita personale il più bilanciato possibile. Non amo stare in ufficio fino alle otto la sera o lavorare nel weekend. Un ambiente sereno, con processi di lavoro efficaci, genera carichi di lavoro sostenibili, attrae talenti e infine migliora i risultati.
Se le dico “futuro” cosa le viene in mente?
Mi immagino una vita ancora più pervasa da tecnologia che risolverà sempre più problemi delle persone. Mi immagino una società sempre più multiculturale che dovrà fare i conti con le difficoltà di essere inclusiva senza perdere i propri valori. Poi spero che la futura generazione riesca a recuperare il ruolo che il nostro paese e la nostra regione dovrebbe avere in un mondo sempre più standardizzato e per questo assetato di eccellenze.
Cosa augura ai giovani che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro?
Di avere accesso ad una buona eduzione, di trovare un ambiente competitivo ma sano, di essere messi in condizione di fare scelte consapevoli, di credere in se stessi e di avere anche un po’ di fortuna, che non guasta mai. E, se hanno successo, di condividerlo.